Trumps like Us

Credo nell’unicità della persona, nella capacità di andare oltre gli schemi prefissati. Quell’unicità che porta a cercare il realizzarsi delle proprie aspirazioni e capacità oltre le limitazioni imposte dalla vita quotidiana.

Quando si è giovani a volte ci viene chiesto cosa si desidera fare da grandi, cosa si vuole diventare. Vigili del fuoco, astronauti, cantanti, ballerini, cuochi, musicisti, rock star; la libertà e fantasia della giovinezza è splendida. Poi nel corso della vita nella maggior parte dei casi si finisce ingabbiati, vincolati a necessità che limitano fortemente la possibilità di realizzare i propri sogni.

Ma questi restano, magari cambiano nel tempo, ma rimane la volontà di essere qualcosa di diverso rispetto a quello che la vita obbliga ad essere. E nel tempo libero si torna a sognare, a inseguire i propri desideri.

Nella vita lavorativa ho modo di incontrare diverse persone; a volte incontri veloci a volte invece c’è modo di approfondire la relazione. In quest’ultima caso, superando la barriera difensiva della diffidenza, si può arrivare a trovare la persona dei sogni e dei desideri, quella nascosta dentro il ruolo assegnato dalla società.

Superando la barriera delle diffidenza le persone si rivelano, si trasformano; spesso raccontano della frustrazione della gabbia imposta dalla società e della felicità, una volta dismessi gli abiti istituzionali, di essere qualcosa di diverso. Quello che magari avrebbero voluto essere e non è stato possibile diventare.

Trumps like us è un progetto semiserio che gioca su questi temi. Ai partecipanti viene chiesto di presentarsi in modo da evocare la dualità del loro essere in modo da racchiudere in un’immagine sia la persona socialmente inserita che il diverso che è in lei. Ad esempio l’operatore finanziario con l’amore per la cucina potrà presentarsi in gessato grembiule e copricapo d’ordinanza, forse con le mani infarinate; la responsabile delle risorse umane con la passione per i vini e qualifica da sommelier potrà presentarsi con calici bottiglia e tastevin; l’amante della lettura potrà essere ritratto su un trono di libri e via fantasticando. In assoluta libertà e fantasia.

Progetto semiserio è appunto questo. Abbinare la veste seriosa e compassata della vita quotidiana alla passione nascosta che vive in noi. E’ un gioco ma forse no.

Ai partecipanti viene chiesto questo.  Immaginarsi nella doppia veste formale e passionale, studiare con il fotografo il progetto fino ad ottenere un’immagine in grado di rappresentarli.

Per rompere il ghiaccio ed aiutare a creare l’immagine verranno poste tre domande:

  • Chi sei?
  • Cosa vorresti essere?
  • Quando sei felice?

Avete voglia di mettervi in gioco?